MANIE NAZIONALI / GLI ITALIANI SONO UN POPOLO DI SCRITTORI
Razza scrivana
di Elio Cadelo e Silvestro Serra
Panorama, 1° marzo 1987
Qualcuno li ha perfino contati: sono un milione. Assediano le case editrici. Incombono sulle giurie dei concorsi e dei premi. Soprattutto scrivono. Solo uno su cinquemila, però, arriva in libreria. Perché allora questo esercito di aspiranti scrittori continua a infoltirsi?
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I patiti della fantascienza, invece, sono tutti giovani e spediscono a migliaia i loro racconti fantastici a chiunque possieda anche solo un ciclostile. Alla redazione di Urania arrivano, non richiesti, 300-400 manoscritti l'anno. Nella prova si cimentano i dilettanti più disparati: professionisti e impiegati, studenti e disoccupati. Nell'ultima edizione di Millemondi, la raccolta di racconti di fine d'anno, compare anche una firma illustre, quella di Alessandra Cossiga, la figlia del presidente della Repubblica.
Per chi scrive fantasy c'è anche un altro indirizzo. Dopo la morte di Robot la vera capitale per gli appassionati del genere è diventata Chieti, nelle Marche [!!!], dove da sette anni l'editore della nuova destra, Marino Solfanelli, organizza insieme con l'associazione Dimensione Cosmica il premio Tolkien (da quest'anno il presidente onorario è Oreste del Buono), ispirato all'autore inglese della saga Il signore degli anelli. Ai vincitori (l'80 per cento dei partecipanti sono donne) la possibilità di vedere i loro scritti nell'antologia Le ali della fantasia.
Per la maggior parte dei partecipanti, però, il concorso non porta a nulla. Anche se, a volte, sono costretti a pagare una vera "tassa di lettura": dalle 15 alle 50mila lire. [Falso! Al Premio Tolkien non c'è stata mai tassa di lettura. N.d.R.]
Oltre la beffa, il danno.
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