A Roma, a cavallo dell’Anno Domini, due donne, l’Imperatrice Livia Drusilla e la sua ancella personale Galeria, vivono le loro vite parallele, agli estremi opposti della scala sociale, a fianco di Augusto, l’uomo di cui si è detto tutto e, forse, anche troppo.
Crescono assieme tra tragedie e onori, annullando le loro differenze di rango; si aiutano nelle avversità affrontando due realtà differenti, accomunate da un desiderio sottile e strisciante, scavalcando spesso la soglia che sconfina nell’amore. Si spostano con leggiadria fra gli eventi che condizioneranno il mondo per i secoli a venire, entrambe consapevoli del loro ruolo tra i personaggi che hanno scritto la Storia.
Nello stretto rapporto che si instaura tra ancella, divenuta liberta, e la Domina amica, Galeria scivola fra un’impertinente studiata vacuità e l’interpretazione ironica e illuminata sulla vita quotidiana di un grande, quale l’imperatore è. Questo le conferisce il carattere principale nella narrazione, con il contraltare di una Livia Drusilla liberata dai cliché stereotipi di morigeratezza assegnatigli dalla storiografia tradizionale.
Il racconto si snoda tra i convivi con doviziosi virtuosismi sull’enogastronomia d’epoca, intrecciandosi con le celebrazioni e i riti religiosi, congli eventi bellici e politici vissuti al fianco di personaggi di tutto rispetto. Politici e generali, letterati e matrone convivono a contatto con una presenza pesante che aleggia su di loro: quella della morte che può arrivare in ogni momento.
Il rapporto tra Galeria e la poco pragmatica Domina è vissuto giorno per giorno, le cui vicende sono tratteggiate con la prospettiva privilegiata della dorata esistenza comune, tanto esagerata quanto reale, che talvolta induce nelle protagoniste i dubbi esistenziali.
I luoghi dell’azione, le residenze, le ville e gli edifici imperiali a Roma e nelle Provincie, vengono visitati e descritti con il verismo dell’archeologia … Augusto, inarrivabile, interviene solo indirettamente, per bocca degli altri componenti della famiglia imperiale e dei suoi collaboratori più stretti.
Livia e Galeria - immerse in un contesto di personalità famosissime, invischiate in congiure e tradimenti, con una corruzione dilagante e con gli eccessi epicurei del bere e del mangiare - riescono sempre ad avere la meglio.
Il pot-pourri che ne esce è un erudito miscuglio di storia, umanità ed edonismo, galleggianti fra vizi e virtù, in aperto contrasto con le stantie assegnazioni dei ruoli tradizionali, troppo spesso basate su un pedissequo, bimillenario, copia-incolla.
Stefano Mariano Mazza
NUNC EST BIBENDUM
Le Lupe di Augusto
Copertina di Giulia Mazza
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-897-7]
Pagg. 464 - € 24,00
http://www.edizionisolfanelli.it/nuncestbibendum.htm
lunedì 1 dicembre 2014
mercoledì 26 novembre 2014
Un partito di cattolici, per uscire dal cono d'ombra incombente sulla vita italiana
Oltre
il Gulag mediatico
Un partito di
cattolici, per uscire
dal cono d'ombra incombente sulla vita
italiana
Il
completo stravolgimento dei princìpi indeclinabili e il conseguente exitus
della destra esangue hanno amareggiato i giovani refrattari alle mutazioni
avventurose e ai demenziali funambolismi, inducendoli a cercare rifugio e
consolazione nella lettura dei testi della genuina ancorché censurata e
calunniata tradizione italiana.
Nella
misura in cui procedeva la decrescita politica di An e del Pdl, partiti
intossicati dalle contraddizioni affastellate da liberali e neodestri, si è
costituita, sfuggendo allo schiaffo dei censori/silenziatori, una scuola di
pensiero finalizzata al riscatto della filosofia italiana.
Motore
della nuova scuola è l'opera di Cornelio Fabro, il geniale filosofo tomista,
che ha indicato il percorso da seguire in vista della confutazione degli errori
generati dall'eresia luterana e dall'ateologia hegeliana.
Nei
tormentati anni Settanta, Fabro ha dimostrato di possedere anche il coraggio
necessario a suscitare la resistenza alla massa manipolata dalla trionfante
setta cattocomunista: memorabili sono i suoi saggi e le sue conferenze sulla trappola
del compromesso storico e sui deliri della teologia progressista.
Svanita
la chimera sguinzagliata dalla "destra" tele-porno-liberale,
si sta affermando una nuova e vivace generazione di studiosi, un'avanguardia
renitente alle lezioni surreali e transessuali, che sono impartite dalla
padrona dell'abbaiante Dudù.
Si sta
costituendo una scuola reazionaria di pensiero, immune dall'invincibile
passione per l'ammucchiamento trans-ideologico, furia attiva negli ostinati
frammenti e nelle schegge cineree della destra a mente pluricamerale.
Grazie
all'instancabile, generosa attività di alcuni collaudati pensatori e
organizzatori culturali, ad esempio Massimo Anderson, Giulio Alfano, Fausto
Belfiori, Fabio Bernabei, Pucci Cipriani, Roberto De Mattei, Patrizia Firmani, Pietro Giubilo, Maria Guarini, Paolo
Pasqualucci, Primo Siena, Tommaso Romano, Angelo Ruggiero, Luciano Salera, sta
crescendo una nuova generazione di qualificati testimoni dei princìpi
tradizionali.
Nel
rinnovato laboratorio, attivo nonostante la congiura del silenzio e il
circostante vuoto politico, si segnalano in special modo Fabio Bozzo, Danilo
Campanella, Valentino Cecchetti, Roberto
Dal Bosco, Matteo D'Amico, Gianandrea de Antonellis, Rodolfo De Mattei,
Alessandro Fiore, Elisabetta Frezza, Rosalia Longo, Siro Mazza, Paolo Rizza,
Ascanio Ruschi, Giuseppe Testa, ecc.
La
vastità e l'efficacia dell'impresa avviata dai nuovi protagonisti sono
dimostrate dal costante sviluppo delle
riviste e dei siti d'indirizzo tradizionale e dagli ingenti cataloghi delle
case editrici d'indirizzo anticonformista, che agiscono, in ordine sparso,
nell'area in cui si sta attuando il risveglio postconciliare della coscienza
cattolica.
Sfortunatamente
la vivace attività culturale delle nuove avanguardie è frenata e quasi
vanificata dall'assenza di un partito politico, in cui i nuovi interpreti
dell'autentico pensiero italiano,
potrebbero avviare un circolo virtuoso tra sapienza tradizionale e buona
politica.
E'
possibile una sinergia finalizzata al superamento delle ideologie crepuscolari,
una circolazione che, nel recente passato, è stata severamente vietata
dall'allergia alla filosofia, affezione purtroppo militante con
vigore degno di miglior causa in An e in Forza Italia.
Non è
pertanto vano l'augurio che abbiano finalmente successo le iniziative
finalizzate alla fondazione di un partito idoneo a interpretare fedelmente ed
efficacemente la cultura cattolica vivente nei laboratori attivi in quasi tutte
le città italiane.
L'attesa
di un'iniziativa politica di segno chiaramente cattolico non esclude
l'attenzione al rinnovamento avviato dai protagonisti attivi nelle schegge
destre, sopravvissute alla catastrofe a tre teste (Fini-Bossi-Berlusconi) e in
special modo al promettente Matteo Salvini, che sembra seriamente intenzionato
ad archiviare il progetto secessionista/frazionista.
Al
proposito non è lecito nascondere ai potenziali amici che il nodo che i
militanti nei frammenti destri debbono risolvere è l'accettazione del
fondamentale giudizio di Augusto Del Noce sul potere esercitato dal totalitarismo
della dissoluzione nella politica postmoderna.
Deve
essere chiaro che dalla fossa thanatofila & pederastica, in cui è
precipitata l'illuminata illusione dei rivoluzionari moderni, non si
esce inseguendo la musica dei serpenti ecumenici a sonagli.
Ettore
Bernabei ha ricostruito la storia originale dei fallimentari compromessi
attuati dalla democrazia cristiana, a cominciare dall'intesa di De Gasperi con
il serpentino Raffaele Mattioli.
Pertanto
la preferenza deve essere accordata alle iniziative condotte da esponenti
politici indenni dalla febbre compromissoria e dal parodistico ecumenismo,cioè
capaci di agire in sintonia con studiosi qualificati dalla fedeltà agli
indeclinabili principi della dottrina sociale della Chiesa.
L'intransigentissima
verità cattolica non paga i traditori: può essere talora aggirata
dall'illusione pseudo ecumenica mai sottomessa all'avventurismo degli
apprendisti stregoni.
Piuttosto
che all'impossibile e indesiderabile rifondazione democristiana o a progetti
anacronistici di stampo asburgico o borbonico, si deve pensare a un'iniziativa
condotta dai giovani e meno giovani esponenti della destra cattolica associati
a politologi di sicura formazione tomista.
Solamente
da una tale combinazione può avere inizio un movimento adatto a sfidare il
disordine che ruggisce nel perfetto oscuramento del bene comune, nello
smarrimento della gerarchia cattolica e nella violenta contrarietà dalla
finanza dispotica alle legittime aspirazioni del popolo italiano.
Piero Vassallo
lunedì 20 ottobre 2014
Presentazione: VIAGGIO IN ABRUZZO CON GIORGIO MANGANELLI (SULMONA, Sabato 25 Ottobre 2014, ore 17:30)
L'ABRUZZO DI GIORGIO MANGANELLI
inaugurazione della mostra fotografica
e
presentazione del libro di Pino Coscetta
VIAGGIO IN ABRUZZO CON GIORGIO MANGANELLI
Edizioni Solfanelli
a cura di Giorgio D'Orazio
SULMONA, Sabato 25 Ottobre 2014, ore 17:30
Auditorium Giuseppe Capograssi
Piazza Venezuela n. 4
Saluti
Mario D'Eramo, Responsabile Agenzia Promozione Culturale
Interventi
Vittorio Emiliani, editorialista già direttore de "Il Messaggero"
Pono Coscetta, giornalista e scrittore
Gianni Giovannetti, giornalista
Fabio Valerio Maiorano, giornalista e storico
Moderatore
Giorgio D'Orazio
Sarà presente Lietta Manganelli
La mostra sarà aperta fino al 28 novembre 2014 (Lunedì/Venerdì 9/13)
domenica 19 ottobre 2014
Presentazione a Roma: IL MITO DELLA SOCIOLOGIA di Mario Sammarone (Giovedì 23 Ottobre 2104, ore 17:00)
Giovedì 23 Ottobre 2104, alle ore 17:00
presso la Casa delle Letterature
Via dell'Orologio n. 3 di ROMA
Franco Ferrarotti
Danilo Campanella - Massimo Di Forti
presentano il libro di Mario Sammarone
IL MITO DELLA SOCIOLOGIA
Intervista a Franco Ferrarotti
Edizioni Solfanelli
Saranno presenti l’Autore e l'editore Marco Solfanelli
Le vite di alcuni uomini meritano di essere raccontate e per la loro valenza archetipica meritano l'appellativo di mitiche — mito, dal greco mythos, vuol dire storia — la storia della vita di un uomo raccontata, rivissuta, tramandata ma che a differenza delle altre vite diventa un vero modello, quasi un archetipo, per tutte le altre.
Sicuramente l'esistenza di Franco Ferrarotti è stata a suo modo mitica, per quello che il professore emerito di sociologia, vero fondatore delle scienze sociali in Italia, ha saputo creare. Pertanto Il mito della sociologia vuole essere il racconto dell'antefatto, ovvero di come le scienze sociali siano entrate nella vita comune di questo paese, ma anche un'attenta analisi riguardo la condizione umana nella società attuale, della tecnica e dei social network radicalmente diffusi, a partire dal pensiero stesso di Ferrarotti ma anche da una rilettura di alcuni modelli di sviluppo che hanno saputo mostrare una via di armonia politico-sociale come quella di Adriano Olivetti.
Mario Sammarone (Atessa 1983) vive a Roma da molti anni, prima per gli studi universitari adesso per lavoro. Ha pubblicato racconti sulle riviste "Watt", "Scénario" e sul blog di Gabriele La Porta. Collabora con l'editore Solfanelli, con il quotidiano abruzzese "La Città" e con vari blog, con articoli e saggi letterari. Sulla rivista culturale "Antarés" ha pubblicato il saggio "Adriano Olivetti: l'Italia migliore", presentato a Lanciano con l'Associazione Culturale Frentana e a Roma presso la Lega Italiana per i Diritti dell'Uomo, e su vari blog letterari.
Mario Sammarone
IL MITO DELLA SOCIOLOGIA
Intervista a Franco Ferrarotti
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-872-4]
Pagg. 136 - € 11,00
http://www.edizionisolfanelli.
martedì 16 settembre 2014
Presentazione: L'ALBA DI ARCADIA di Emanuele Delmiglio (Roma, Giovedì 18 settembre, alle ore 18:00)
Giovedì 18 settembre, alle ore 18:00
nello Spazio Espositivo, Libreria & Fumetteria Segni d'Autore
di Via Nomentana n. 159, a Roma
presentazione del libro L'alba di Arcadia
di Emanuele Delmiglio
Edizioni Solfanelli
Presenta e dialoga con l'autore Flavio Alunni
Una tranquilla coppia veronese è la protagonista de “L’alba di Arcadia” il romanzo di Emanuele Delmiglio fresco di stampa per la collana Pandora dell’editore Solfanelli.
La narrazione dai ritmi incalzanti può essere annoverata nel genere “techno-thriller”, ovvero una contaminazione di thriller e fantascienza, i cui maestri riconosciuti sono Michael Chricton, Dan Brown e Ken Follett.
Ma la definizione va stretta a Delmiglio, come ricorda Luca Crovi nella sua presentazione: “Non preoccupatevi di che tipo di romanzo è quello che ha scritto Emanuele Delmiglio, apritelo e cominciate ad esplorarlo. Troverete spalancata la porta sul fantastico.
Attenzione che vi sarà difficile richiuderla e ritornare alla realtà. Ed è questa la forza di un romanzo quando appassiona i lettori, impedire il loro il ritorno alla quotidianità e costringerli a riprendere in maniera continuativa il loro viaggio”.
lunedì 15 settembre 2014
Presentazione: I GEMELLI DI CAERE di Fabrizio Cordoano (Sulmona, Sabato 20 Settembre, ore 21:00)
Sabato 20 Settembre alle ore 21:00
all'interno del Palazzo Mazara
Largo Mazara 1, SULMONA
presentazione del romanzo di FABRIZIO CORDOANO
I GEMELLI DI CAERE
Edizioni Solfanelli
Durante la serata performance musicale del duo Piano & Soprano di Maria Cristina Solfanelli e Yuri Sablone
La maschera con il volto adirato del dio Tinia copre le sembianze di un intruso che spaccia le proprie perversioni per volere divino.
Lamine d’oro, che recano incisa una dedica alla dea Uni per il dono di due figli gemelli, emergono inaspettatamente dai bauli di un tesoro trafugato, ricco di manufatti di pregio.
L’amore dei giovani Athe e Laerthe nasce e cresce all’ombra della necropoli di Caere, ma la fortuna del ragazzo raggiunge il proprio apice nello stesso istante in cui il suo astro si spegne.
Arte e storia, luoghi fantastici e leggendari, amore e odio, vendetta e onore, storia Etrusca e Romana si rincorrono lungo tutto il romanzo, la cui trama trae ispirazione dalla splendida “Tomba dei rilievi” (IV sec. a.C.) della necropoli etrusca della Banditaccia a Cerveteri, realmente appartenuta alla famiglia dei Matunas.
Fabrizio Cordoano
I GEMELLI DI CAERE
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-847-2]
Pagg. 176 - € 13,00
http://www.edizionisolfanelli.it/igemellidicaere.htm
domenica 14 settembre 2014
Poker d’Assi per SCARPETTE BIANCHE di Arturo Bernava (Edizioni Solfanelli)
Domenica 14 settembre 2014, Arturo Bernava, con il romanzo SCARPETTE BIANCHE (Edizioni Solfanelli), ha vinto anche il premio internazionale “Thesaurus”, organizzato dal Cenacolo internazionale letterario “Altre Voci”. Lo scrittore è stato premiato da Alessandro Quasimodo, personaggio di spicco della vita culturale italiana (e non solo per l’illustre parentela), nel corso di una suggestiva cerimonia svoltasi sull’isola di Albarella, alle foci del Po.
Il romanzo "Scarpette bianche" ha vinto già tre concorsi: il Premio dell'Editoria Abruzzese "Città di Roccamorice" 2014, il Premio internazionale "Martucci - Valenzano" (BA) e il premio Nazionale di Poesia "Mario Arpea" organizzato dal Comune Rocca di Mezzo (L'Aquila).
Inoltre è giunto secondo nei concorsi: Premio Parco Majella di Abbateggio (PE) e al Premio “V terre, golfo dei Poeti” di La Spezia. Infine è stato finalista nei concorsi “Scriviamo insieme” di Roma e al Premio "San Domenichino" di Massa (MS).
http://www.edizionisolfanelli.it/scarpettebianche.htm
Il romanzo "Scarpette bianche" ha vinto già tre concorsi: il Premio dell'Editoria Abruzzese "Città di Roccamorice" 2014, il Premio internazionale "Martucci - Valenzano" (BA) e il premio Nazionale di Poesia "Mario Arpea" organizzato dal Comune Rocca di Mezzo (L'Aquila).
Inoltre è giunto secondo nei concorsi: Premio Parco Majella di Abbateggio (PE) e al Premio “V terre, golfo dei Poeti” di La Spezia. Infine è stato finalista nei concorsi “Scriviamo insieme” di Roma e al Premio "San Domenichino" di Massa (MS).
http://www.edizionisolfanelli.it/scarpettebianche.htm
sabato 13 settembre 2014
SE L'IMMAGINE PREVALE SULLA PAROLA (La Repubblica, 13/09/2014)
LA PAROLA batte l'immagine e supera la musica perché è suono, ma anche significato.
(da "La parola e l'immagine" di Franco Ferrarotti — Solfanelli, 2014 — pag. 18) * * *
Nella società della comunicazione in cui — più o meno consapevolmente — siamo immersi ogni giorno, sappiamo ormai che l'immagine tende sempre più a prevalere sulla parola. Lo sanno bene i politici, e non solo quelli nostrani, che infatti privilegiano l'una sull'altra: l'apparenza sulla sostanza; il look sul ragionamento; la trovata o l'effetto mediatico sui contenuti e perfino sui valori.
Non è tutta colpa della televisione, sebbene questa abbia certamente la maggior parte di responsabilità. Ma, piaccia o no, è un dato di fatto e non serve a nulla recriminare. Semmai può essere più utile riflettere sui vari aspetti di questo fenomeno, anche per adottare qualche antidoto, per difendere la propria identità e autonomia culturale, per salvaguardare il primato della ragione rispetto all'emotività e alla superficialità.
È proprio quello che aiuta a fare il prezioso volumetto del sociologo Franco Ferrarotti, citato all'inizio di questa rubrica e fresco di stampa, che reca un invitante sottotitolo: "Note sulla neo-idolatria del secolo XXI". Da una parte, appunto, la crisi della parola; dall'altra, il trionfo dell'immagine. Non si tratta soltanto della società dello spettacolo. "È la società — osserva l'autore — in cui sono crollate le ideologie e con esse si sono liquefatti anche gli ideali, il vincolo logico, il principio di non contraddizione, la consecutio temporum , la regola della coerenza".
La parola, dunque, come mezzo fondamentale per comunicare un concetto o un'idea; per articolare un ragionamento; per elaborare un'opinione, una teoria o un programma; e infine per confrontarsi con gli altri in un rapporto dialettico. L'immagine, invece, come strumento per trasmettere un'impressione, una suggestione, un imbonimento. A ben vedere, è la differenza che passa nel campo dell'informazione tra i giornali, di carta o elettronici, e quel grande persuasore occulto che è la televisione. E naturalmente, sul piano culturale, comprende anche i libri.
Nel suo "Intervento" editoriale, il sociologo insiste in particolare sul valore della parola come "voce e suono e senso". E avverte: "Ritenere che l'immagine, nel suo maestoso mutismo, possa soppiantare totalmente — nel prossimo futuro — il suono puro, vale a dire il semplice suono, prescindendo dall'eventuale significato è una perdita secca, forse irreparabile". Ne fa esperienza chi frequenta abitualmente i social network, da Twitter a Facebook, scontando la difficoltà di scambiare idee e opinioni attraverso la parola scritta, a distanza, nell'immediatezza della comunicazione istantanea e nella ristrettezza degli spazi, con il rischio dell'equivoco e della polemica sempre in agguato.
Il saggio di Ferrarotti contiene alla fine un inno alla lettura, intesa come esercizio personale di emancipazione e di gratificazione. Non a caso il sociologo cita i dati sconfortanti dell'Istat secondo cui il 94,9% degli italiani guarda la tv, il 59% ascolta la radio, il 56,6% legge quotidiani e appena il 44% legge libri. A suo avviso, però, "il libro non è morto"; "va riscoperto e analizzato il piacere della lettura". E non c'è dubbio che anche i media dell'immagine, a cominciare dalla televisione e in particolare da quella pubblica, potrebbero fare molto di più per diffondere e alimentare questa sana abitudine collettiva.
"Leggere — conclude Ferrarotti — è dunque un'attività che non fa rumore, salvo forse il lieve frusciare del voltare le pagine, ma è tutt'altro che un'attività puramente passiva". C'è infatti il "piacere della lettura", come scoperta, avventura, analisi del mondo circostante e come auto-analisi. E c'è anche "la fatica di leggere", cioè l'impegno, l'applicazione che "può giungere all'autochirurgia, al riorientamento profondo di sé e della propria vita". Vale per il libro e può valere in qualche misura per i giornali, quotidiani e periodici, che fanno informazione e opinione alimentando così la coscienza critica dei cittadini.
( sabato@ repubblica. it)
Giovanni Valentini
lunedì 8 settembre 2014
Presentazione: EUROPA SENZA STATUALITÀ di Francesco Petrillo (Roma, Mercoledì 17 settembre, ore 19.00)
Mercoledì 17 settembre 2014 alle ore 19.00
presso il Circolo Canottieri Lazio
Lungotevere Flaminio n. 25/A - Roma
presentazione del libro di FRANCESCO PETRILLO
EUROPA SENZA STATUALITÀ
Edizioni Solfanelli
Relatori: il dott. Marcovalerio Pozzato e il prof. Enzo Scotti
Sarà presente l'Autore
Il volume è costruito sul rapporto tra alcuni studi dell’Autore pubblicati negli anni Novanta del secolo scorso — che preconizzavano quanto sarebbe accaduto in seguito — e le attuali vicende concernenti la crisi politica, prima ancora che economica, dell’Europa unita. E dà conto di quanto le questioni economiche abbiano finito per fare trascurare la quantità di cemento necessaria a reggere i pilastri fondamentali, non fissati adeguatamente e a tempo debito, di una possibile Unione europea.
Emerge, dall’ordito della trattazione, come, negli ultimi venti anni, le tematiche trattate dagli studiosi di cose giuridiche e politiche abbiano finito per destare un interesse marginale e per non incidere sulle dinamiche teorico-pratiche dell'Unità europea, da un lato perché surclassate dalla prevalenza che si è dovuto, ma soprattutto voluto, dare alle relazioni economico-finanziarie tra gli Stati dell'Unione, da un altro lato perché la stessa prassi politico-giuridica si è gradatamente sempre più fatta da parte rispetto all’intervento nel decision-making tra gli Stati europei e non solo.
Completa il volume, in appendice, l’intervento di un giurista latino-americano, sviluppato proprio a partire dalla lettura dei saggi di Petrillo, riportati nel libro. Il saggio di Carmine Romaniello, volutamente conservato nella lingua di origine, mostra al lettore italiano, quanto il problema europeo, dal punto di vista giuridico e politologico, prima ancora che politico, vada posto all’interno di una dimensione globale.
Francesco Petrillo
EUROPA SENZA STATUALITÀ
L’essere umano dei diritti nell’integrazione tra i popoli globalizzati
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-850-2]
Pagg. 200 - Euro 14,00
http://www.edizionisolfanelli.it/europasenzastatualita.htm
domenica 27 luglio 2014
Premio dell’Editoria Abruzzese - Città di Roccamorice (sabato 2 e domenica 3 agosto 2014)
Sabato 2 e Domenica 3 agosto 2014, presso la Sala Teatrale Comunale "don Donato Bianco" di ROCCAMORICE, si svolgerà la manifestazione conclusiva del Premio dell'Editoria Abruzzese "Città di Roccamorice", a cura dell’Associazione Editori Abruzzesi e del Comune di Roccamorice.
La Giuria del Premio ha scelto le opere Finaliste e Vincitori delle 2 Sezioni del Premio: a) Libro di autore abruzzese di Narrativa – Poesie – Saggistica; b) Libro di autore non abruzzese di Narrativa – Poesia – Saggistica.
Sabato 2 agosto, nel corso di un incontro pubblico verranno presentati i 2 autori Vincitori della Sezione b) del Premio. A seguire i 9 autori abruzzesi finalisti della Sezione a) presenteranno le loro opere e la Giuria ne trarrà elementi per stabilire la classifica finale.
La proclamazione dei Vincitori delle Sezioni dedicate agli Autori abruzzesi avverrà al momento della cerimonia di premiazione di Domenica 3 agosto.
Nel corso della Manifestazione, domenica 3 agosto 2014 alle ore 17:30, l'Associazione degli Editori Abruzzesi assegnerà i "Premi perla promozione e diffusione della cultura e della editoria abruzzese 2014" a cinque personalità che nel corso del biennio 2013-2014 si sono distinte per particolari meriti.
Inoltre il Comune di Roccamorice assegnerà il Premio per laCultura "Città di Roccamorice" 2014, con la seguente motivazione: «Per l'eccezionale profilo di studioso e per il ruolo di coscienza critica della comunità abruzzese assunto negli anni con ineguagliabile autorevolezza e indipendenza di giudizio», allo storico RAFFAELE COLAPIETRA.
Il riconoscimento verrà consegnato da Alessandro D'Ascanio (Sindaco di Roccamorice) e Marco Solfanelli (Presidente dell'Associazione Editori Abruzzesi), domenica 3 agosto 2014 alle ore 18:00.
In conclusione di ciascuna serata sono previsti 2 concerti.
La presentazione dell'intera Manifestazione sarà condotta, come lo scorso anni, da Elena Costa.
PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE
Sabato 2 Agosto 2014
ore 17,30 Saluti istituzionali e Presentazione del Premio
ore 18,00 Incontro con i 2 autori vincitori della sezione b) Libro di autore non abruzzese
ore 18,30 Incontro con i 9 autori finalisti della sezione a) Libro di autore abruzzese
ore 20,30 Brunch letterario (Euro 10,00)
ore 21:30 Concerto di Alfredo SCOGNA: SERENATE A MAMME. Performance musicale sulle poesie di Modesto Della Porta
Domenica 3 Agosto 2014
ore 17,30 Saluti istituzionali e Presentazione del Premio
ore 18,00 Cerimonia di consegna del Premio per la Cultura "Città di Roccamorice" 2014
ore 18,15 Cerimonia di consegna del "Premio per la promozione e diffusione della cultura e dell’editoria abruzzese"
ore 18,30 Cerimonia di Premiazione dei vincitori e finalisti delle due sezioni del Premio
ore 20,30 Brunch letterario (Euro 10,00)
ore 21,30 Concerto THE OPERA FATAL con Niccolò Pelusi, Dario Ricchizzi, Maria Cristina Solfanelli e Yuri Sablone
Sala Teatrale Comunale "don Donato Bianco"
Tel. 085 8572132 – Fax 085 8572358 – comune.roccamorice@tin.it
giovedì 17 luglio 2014
Francesco Ippoliti, l’anarchico amico di Ignazio Silone (di Giuseppe Brienza)
Intervista al nipote, Luigi Gagliardi, che ne ha curato i diari negli anni del Regime
Fra i pochi che in Italia hanno denunciato durante il XX secolo, in modo deciso e documentato, i crimini e le stragi perpetrate in URSS vi è senza dubbio Eugenio Corti (1921-2014), l’indimenticabile autore de “Il cavallo rosso”, morto il 5 febbraio scorso. Lo scrittore lombardo, riprendendo la testimonianza diretta del dissidente sovietico Vassili Grossman, rievocò per esempio l’uccisione, durante i lunghi anni della dominazione staliniana, di migliaia di comunisti italiani sia durante la guerra civile spagnola sia di quelli “rifugiatisi” in quegli anni nella “madre-patria” sovietica (cfr. Eugenio Corti, L’epoca di Paolo VI, Marino Solfanelli editore, Chieti 1978).
UN ANARCHICO ABRUZZESE AL CONFINO FASCISTA
Da una vicenda biografica recentemente emersa, quella di Francesco Ippoliti (1865-1938), medico abruzzese, negli anni ‘30 confinato prima a Pantelleria poi a Lipari dal Regime per la sua attività, anche pubblicistica, di militanza anarchica, emerge la “mitezza” delle tanto denunciate prigioni del Regime, la quale cozza con l’esito di tortura e morte avuto dai nostri connazionali che, illudendosi di trovare “rifugio” dal fascismo in URSS, hanno spesso fatto lì una davvero gran brutta fine.
Dalla vita di Ippoliti, ricostruita per la prima volta dal nipote Luigi Gagliardi (cfr. Francesco Ippoliti. Diari di un confinato politico degli anni ’30, Solfanelli, Chieti 2014, pp. 85 – € 8,00), anch’egli medico e militante politico (è stato per un decennio segretario nazionale della Consulta per i problemi etico-religiosi di Alleanza Nazionale), si rilevano dati biografici e documentali che contribuiscono, in parte, a spiegare la dolorosa vicenda di quanti, come suo zio, per la loro ideologia hanno pagato un prezzo doloroso ma, qualitativamente e quantitativamente, non paragonabile a quanto sarebbe loro toccato se la rivoluzione che auspicavano avesse trionfato anche in Italia.
INTERVISTA AL PROF. GAGLIARDI
D. Chi era Francesco Ippoliti?
R. Era un generoso medico chirurgo di San Benedetto dei Marsi, frazione del comune di Pescìna (L’Aquila), chiamato da noi parenti e familiari lo “zio Francesco”. Permanentemente scapolo, affermava di non aver voluto mai metter su famiglia ha per non volerla coinvolgere nei guai e nei fastidi che le avrebbe provocato a causa delle sue idee e della sua attività politica. Anarchico convinto e battagliero, soprattutto per tale motivo aveva avuto noie con la giustizia anche prima del fascismo. Il quale fascismo gli aveva comminato in due occasioni due periodi di soggiorno obbligato a Pantelleria ed a Lipari ma, in verità, in entrambe le volte lo aveva raggiunto con provvedimenti di sospensione, di riduzione della pena e di richiamo al proprio domicilio in San Benedetto. Francesco Ippoliti era veramente uno spirito vivace ed indipendente. Medico appassionato, si era laureato in quella Napoli di fine ‘800 che per l’Abruzzo era, più che Roma, la meta dei giovani in cerca di sapere e, qualche volta, di fortuna.
L’AMICO E “MAESTRO” DI IGNAZIO SILONE
D. Ci parli dell’amicizia di suo Francesco Ippoliti con Ignazio Silone (1900-1978).
R. Il grande saggista e romanziere abruzzese, era compaesano di Pescìna, dove era nato il 1º maggio di 35 anni prima rispetto allo zio. Molto più giovane di lui, lo aveva come amico stimato e quasi come maestro. Infatti, Silone lo menziona in più di qualche sua pubblicazione riferendone lo spirito acuto e la disposizione al sacrificio.
D. Come nascono i Diari di un confinato politico degli anni ’30?
R. I due diari di Francesco Ippoliti che presento, intitolati il primo La deportazione. Sei mesi e mezzo di sofferenze fisiche e morali - 19 novembre 1926-6 giugno 1927 – Pantelleria e, il secondo La deportazione - Sette mesi e mezzo di dimora a Lipari - 30 settembre 1927 - 12 maggio 1928, sono sempre stati custoditi nel mio archivio. Ora ho deciso di riproporli, perché sono testi, scritti a penna su due fascicoli di carta comune, nei quali lo zio descrive le sue sofferenze con animo che sembra distaccato e con frasi proprie di un medico, ma che possono assumere un interesse ed un significato generale anche per comprendere equanimemente il periodo del Ventennio.
D. Ma Ippoliti non mostra disprezzo verso le autorità del Regime?
R. Salace nel manifestare critiche, lo zio in realtà non esprime parole irriguardose verso chicchessia. Non mancano, anzi sono frequenti, brani di delicata descrizione dei luoghi certamente incantevoli, come sono quelli delle isole del mediterraneo, oltre a veri e propri componimenti poetici. Da quanto scrive, poi, si capisce che egli non poteva essere così povero come le compiacenti informazioni della polizia e dei carabinieri lo descrivevano per fornire attenuanti alla sua indomita attività sovversiva.
D. Ci parli dell’attività di anarchico di Ippoliti.
Autore di numerosi manifesti, ballate e proclami coi quali incitava al riscatto i contadini del Fùcino, lo zio assumeva talvolta il ruolo del tribuno in veementi discorsi rivolti soprattutto ai lavoratori più poveri. La sua vena polemica emerge in poemetti di aspro e salace contenuto, basti ricordare il titolo di qualcuno di essi come I faccendieri o I farabutti, rivolti contro i ricchi e potenti dell’epoca. Più volte consigliere comunale, una sua costante era l’azione per l’autonomia di San Benedetto dal Comune di Pescìna secondo la tipica visione degli anarchici che ritengono di trovare nelle autonomie locali la via della libertà.
SULLA SCIA DE “L’ASINO” DI GUIDO PODRECCA
D. Quale fu la formazione politico-culturale ricevuta da questa figura così particolare di anarchico?
R. Se guardiamo alla sua libreria, che a me bambino sembrava davvero imponente, ricordo le collezioni rilegate in più volumi di vari periodici come la Rivista Popolare di Napoleone Colaianni (1847-1921), oppure quelle opere “enciclopedistiche” che ne denunciavano la formazione illuministica come il Dizionario di Cultura Generale in due grossi volumi editi da Vallardi. Non mancava poi l’aspetto anti-clericale, con la collezione dell’Asino, rivista satirica filo-socialista stampata a Roma dal 1892 al 1925 diretta da Guido Podrecca (1865-1923). Insomma, come non molti altri “idealisti” come lui, lo zio Francesco cercò durante tutta la sua vita una “salvezza terrena” che, inevitabilmente, non poteva che finire nel suo opposto. Cioè in quei “paradisi in terra” che, in URSS come in ogni dove si sia realizzato il comunismo, hanno piuttosto dato luogo a quella che, ebbe efficacemente a definire fin dal 1985 l’allora cardinal Ratzinger, è stata e rimane «la vergogna del nostro secolo».
lunedì 30 giugno 2014
LA REGINA MAB di Percy Bysshe Shelley (Edizioni Solfanelli)
Percy Bysshe Shelley, oggi celebre soprattutto per le odi e i lunghi poemi composti nella troppo breve maturità della sua vita, negli anni fra il 1811 e il 1814 era noto nel Regno Unito come un rivoluzionario inarrestabile. Espulso da Oxford e ripudiato per le sue dichiarazioni atee, uno Shelley non ancora ventenne intraprese un vagabondaggio per l’Irlanda e il Galles, dove fu testimone dello sconcertante dislivello sociale. Questo bastò ad infiammare il suo animo, spingendolo a comporre il primo dei suoi poemi, La Regina Mab.
La regina delle fate di shakespeariana memoria compare sulla Terra per prendere con sé lo spirito di una fanciulla addormentata, Ianthe, al fine di mostrarle le tre epoche dell’umanità: il passato, il presente e il futuro. Le epoche passate e presenti traboccano di follia, sconvolte dagli istinti brutali e dalle guerre fratricide reiterate dall’uomo, oltre che dall’opportunismo spietato dei governanti e dalla cecità religiosa. Ma le dolci visioni del futuro confortano Ianthe: l’uomo apprenderà gradualmente a coltivare i doni innati del raziocinio, della fratellanza e della virtù, e creerà sulla Terra quella “realtà del Paradiso” cui il pianeta è destinato.
Scritto nella vulcanicità della sua gioventù, sotto l’influsso della dottrina della perfettibilità di William Godwin, La Regina Mab subì dure critiche da parte degli ambienti conservatori; ma anche per questo finì per rappresentare il manifesto poetico di tutte quelle teorie rivoluzionarie ancora acerbe nel pensiero di Shelley, ma destinate a dare i loro frutti più perfetti negli anni successivi. Suddivisa in nove canti in versi liberi, con un apparato di diciassette lunghe note, La Regina Mab ebbe un tale successo fra la working-class inglese da essere considerata la “Bibbia del Cartismo”, il movimento sociale basato sulla People’s Charter. Con questa traduzione, la prima e più dirompente opera di Percy Shelley viene resa oggi disponibile ai lettori italiani.
Percy Bysshe Shelley
LA REGINA MAB
a cura di Maria Laura Capobianco
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-865-6]
Pagg. 168 - € 13,00
http://www.edizionisolfanelli.it/lareginamab.htm
La regina delle fate di shakespeariana memoria compare sulla Terra per prendere con sé lo spirito di una fanciulla addormentata, Ianthe, al fine di mostrarle le tre epoche dell’umanità: il passato, il presente e il futuro. Le epoche passate e presenti traboccano di follia, sconvolte dagli istinti brutali e dalle guerre fratricide reiterate dall’uomo, oltre che dall’opportunismo spietato dei governanti e dalla cecità religiosa. Ma le dolci visioni del futuro confortano Ianthe: l’uomo apprenderà gradualmente a coltivare i doni innati del raziocinio, della fratellanza e della virtù, e creerà sulla Terra quella “realtà del Paradiso” cui il pianeta è destinato.
Scritto nella vulcanicità della sua gioventù, sotto l’influsso della dottrina della perfettibilità di William Godwin, La Regina Mab subì dure critiche da parte degli ambienti conservatori; ma anche per questo finì per rappresentare il manifesto poetico di tutte quelle teorie rivoluzionarie ancora acerbe nel pensiero di Shelley, ma destinate a dare i loro frutti più perfetti negli anni successivi. Suddivisa in nove canti in versi liberi, con un apparato di diciassette lunghe note, La Regina Mab ebbe un tale successo fra la working-class inglese da essere considerata la “Bibbia del Cartismo”, il movimento sociale basato sulla People’s Charter. Con questa traduzione, la prima e più dirompente opera di Percy Shelley viene resa oggi disponibile ai lettori italiani.
Percy Bysshe Shelley
LA REGINA MAB
a cura di Maria Laura Capobianco
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-865-6]
Pagg. 168 - € 13,00
http://www.edizionisolfanelli.it/lareginamab.htm
martedì 24 giugno 2014
Presentazione: Antologia dei Mondiali di Calcio del 1934 (Roccamorice, Domenica 29 giugno 2014 - ore 18.00)
Domenica 29 giugno 2014 - ore 18.00
presso Sala Teatrale Comunale "don Donato Bianco"
(edificio scolastico, ingresso Via Trieste)
ROCCAMORICE (PE)
presentazione del libro a cura di Alessandro D'Ascanio
CON L'ANIMO CHE VINCE OGNI BATTAGLIA
Antologia dei Mondiali di Calcio del 1934
(Edizioni Solfanelli)
Presenteranno: Alessandro D'Ascanio e Marco Solfanelli
Il racconto in chiave epica, enfatica, nazionalista e ideologizzata del Campionato mondiale di calcio del 1934 attraverso una selezionata antologia di articoli coevi tratti da quotidiani, riviste e pubblicazioni dell’universo editoriale del Regime, in un gioco di rimandi allusivi tra gesta sportive e imprese politiche, primati calcistici e sfide diplomatiche che restituiscono adeguatamente il clima di mobilitazione degli anni trenta e le connessioni tra propaganda, investimento ideologico sullo sport e obiettivi politici del Fascismo.
Alessandro D'Ascanio (a cura di)
CON L'ANIMO CHE VINCE OGNI BATTAGLIA
Antologia dei Mondiali di Calcio del 1934
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-869-4]
Pagg. 128 - € 11,00
http://www.edizionisolfanelli.it/antologiamondiali1934.htm
lunedì 23 giugno 2014
Presentazione: UGO GROZIO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO di Vittorio Nazzareno Pasqua (ROMA, Venerdì 27 Giugno 2014 - ore 17.00)
Venerdì 27 Giugno 2014 - ore 17.00
presso la Confraternita di S. Giovanni Battista dei Genovesi
Via Anicia 12 - Trastevere - ROMA
presentazione del libro di Vittorio Nazzareno Pasqua
UGO GROZIO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
(Edizioni Solfanelli)
Introduce Alfonso Sapia, Presidente Accademia Culturale Europea
Saluto di Don Giovanni Cereti, Governatore Ecclesiastico Confr. SGBDG
Moderatore p. Taddeo Wojda, Sottosegretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli
Relatori:
Giulio Alfano, Docente di Etica Politica presso Università Lateranense
Phorst Seidl, Docente di Filosofia Teoretica presso Università Lateranense
don Andrea La Regina, Docente di Dogmatica
Sarà presente l'Autore e l'editore Marco Solfanelli
Durante i conflitti religiosi, che coinvolsero i Paesi Bassi ai primi del Seicento, il De Veritate religionis Cristianae, scritto da Grozio, ebbe subito il plauso e il compiacimento di coloro che stimavano importante il dialogo delle religioni ispirato soprattutto dal principio dell'ecumenismo, della tolleranza e del rispetto delle varie credenze. Il libro fu pubblicato in lingua volgare nel 1622 e in latino nel 1627. Fu, poi, tradotto in numerose lingue europee.
Il De Veritate, mette innanzitutto in evidenza i legami che intercorrono tra l'opera giuridica di Grozio più culturalmente incisiva e conosciuta e il suo pensiero teologico. Il dialogo della religioni specificatamente più evoluto nel nostro secolo, nella seconda parte del libro, pone al centro che Dio è salvezza e solo salvezza per tutti tenendo conto contemporaneamente, secondo il senso comune, della dottrina preminente della religione cristiana instituita da Cristo stesso, figlio di Dio, da cui è scaturito il dialogo del credente ispirato dal recente Catechismo della Chiesa Cattolica.
Vittorio Nazzareno Pasqua
UGO GROZIO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
Presentazione di Czeslaw Rychlicki
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-856-4]
Pagg. 128 - € 10,00
martedì 10 giugno 2014
Conferenza di Fabrizio Di Lalla: LA COLONIZZAZIONE DEMOGRAFICA AL FEMMINILE IN AFRICA (Roma, venerdì 13 giugno, ore 18:00)
Il Circolo Tennis EUR
ha organizzato per
venerdì 13 giugno alle ore 18:00
una conferenza di Fabrizio DI LALLA sul tema
Pagine di storia italiane dimenticate:
LA COLONIZZAZIONE DEMOGRAFICA AL FEMMINILE IN AFRICA
presenterà l'avv. Francesco Tassoni
Introduzione di Pietro Napoleoni
Nel corso dei lavori sarà intervistata DEBORA PARMESAN, sulla sua adolescenza in Eritrea
Fabrizio Di Lalla è autore delle seguenti opere pubblicate dalle Edizioni Solfanelli:
L'IMPERO BREVEVita e opere degli italiani in A.O.I.
[ISBN-978-88-89756-64-5]
Pagg. 424 + 16 ill. - € 30,00
IMMAGINI DELL'IMPERO
Storia fotografica degli italiani in A.O.I.
[ISBN-978-88-7497-728-4]
Pagg. 336 + 16 ill. a col. - € 30,00
UN POSTO AL SOLE
La colonizzazione demografica in A.O.I.
[ISBN-978-88-7497-766-6]
Pagg. 440 - ill. - € 30,00
LE ITALIANE IN AFRICA ORIENTALE
Storie di donne in colonia
[ISBN-978-88-7497-834-2]
Pagg. 336 - ill. - € 30,00
http://
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